Frequenza di rimbalzo su Google Analytics
Cosa è la frequenza di rimbalzo su Google Analytics? Perchè è così importante? Da cosa è data e come la si può affrontare? In questo articolo analizzeremo il suo significato, come evitarla o ridurra il più possibile e perchè, e come utilizzarla a proprio favore per le campagne pubblicitarie di Google Ads.
Cosa è la frequenza di rimbalzo su Google Analytics?
Secondo la definizione di Google, la frequenza di rimbalzo è “il rapporto tra le sessioni di una sola pagina divise per tutte le sessioni o la percentuale di tutte le sessioni sul tuo sito nelle quali gli utenti hanno visualizzato solo una pagina e hanno attivato una sola richiesta al server Analytics”. Di fatto queste sessioni hanno durata pari a 0 secondi, ovvero utenti che entrano nel sito e lo abbandonano dopo pochissimo tempo.
Maggiore è la frequenza di rimbalzo, ovvero maggiore è la quantità di utenti che abbandonano il sito entro pochi secondi, senza quindi navigarlo, peggiore è l’esperienza utente e quindi maggiore è lo spreco di budget delle campagne pubblicitarie.
Le cause che comportano la frequenza di rimbalzo sono molteplici:
tra le più comuni possiamo trovare:
- sito molto lento da caricare;
- campagne pubblicitarie online non in target.
Ma analizziamole più in dettaglio.
Sito lento da caricare:
Quando un sito internet impiega più di 10 secondi per caricare i contenuti di ogni pagina, si può definire lento in quanto l’utente medio è disposto ad aspettare non più di 5 secondi prima della sua prima interazione con il sito. I primi contenuti dovrebbero essere visibili entro i primi 2 secondi, così che l’utente possa iniziare a visualizzare, quindi iniziare a scrollare la pagina web.
A questo punto l’utente vorrà interagire, quindi cliccare, sui contenuti di suo interesse, siano essi link, pulsanti, menu. Qualora l’utente non riesca a interagire con questi contenuti, potrebbe abbandonare il sito web perché giudica l’esperienza utente non all’altezza delle sue aspettative.
Solitamente, ciò che rallenta il sito web, è l’uso di immagini ad alta definizione, quindi “pesanti”, anche in home page o nelle miniature, o il caricamento contemporaneo di codici javascript e contenuti interattivi giudicati importanti per il business. In questo caso è più utile utilizzare il caricamento asincrono dei contenuti. Un altro fattore negativo per la velocità del sito è la conservazione eccessiva della cache del sito stesso, che andrebbe pulita con una certa frequenza.
Spesso anche i temi utilizzati per costruire il sito possono pregiudicare l’esperienza utente: temi complessi, quindi anche esteticamente molto validi, possono appesantire il sito web al punto da vanificarne la bellezza estetica. Un sito web deve essere prima di tutto funzionale, e successivamente, sicuramente, bello ed accogliente.
Campagne pubblicitarie online non in target.
Frequentemente le campagne pubblicitarie che si costruiscono, online, sono generiche, o rimandano alla home page, che non si occupa di argomenti specifici. Ad esempio, un sito che propone abbigliamento, presenterà numerosi prodotti organizzati in sezioni specifiche. La home page, per ovvi motivi, presenterà un riassunto di tutti i prodotti e categorie: indirizzare una campagna generica nella home potrebbe confondere e “bombardare” eccessivamente l’utente.
Viceversa, una campagna pubblicitaria su una categoria specifica, che indirizzi l’utente nel riepilogo dei prodotti specifici, potrebbe guidare un utente a navigare quanto gli interessa. Il cliente è poi libero di navigare in altre sezioni del sito web, nel frattempo, però, abbiamo soddisfatto la sua curiosità iniziale.
Un altro fattore che comporta elevata frequenza di rimbalzo è creare pubblicità confusionarie senza chiaro riferimento ai contenuti, di conseguenza si porta l’utente a visitare il sito per curiosità ma senza un idea chiara della situazione: l’utente si perde e abbandona.
Ecco perché gli utenti di rimbalzo rappresentano un gruppo di cookies molto utile per le campagne di remarketing, vale quindi la pena raccoglierli in una lista di remarketing specifica, utilizzabile anche per l’e-commerce su Google Analytics.
Si stia ben attenti che le questi utenti e il loro comportamento, quindi raccolta cookie, possono essere condizionati dal consent mode, e relativa accettazione cookie, quindi è assolutamente importante impostarlo nel modo corretto.
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